In una società sempre più connessa, sostenibilità e digitale rappresentano i pilastri sulla base dei quali costruire il futuro del Paese. Ogni giorno viene sviluppata una quantità sempre crescente di dati e la digitalizzazione rappresenta un punto fondamentale per la crescita di imprese 2.0 in termini di competitività: Intelligenza artificiale, il Cloud e i Big data stanno, infatti, modificando i sistemi di lavoro e potenziando la produttività delle aziende.
In questo senso, far compiere al nostro Paese un passo verso il digitale rappresenta un obiettivo fondamentale. Ciò produrrebbe effettivi positivi non soltanto sul lato economico, ma anche in funzione della costruzione di una società più sostenibile a 360 gradi: maggiore inclusione, modelli economici più efficienti e circolari, obiettivi per il momento utopici ma non impossibili.
A sottolinearlo è la ricerca Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia, realizzata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia, che mira proprio a creare consapevolezza sull’importanza di una sostenibilità digitale, e dei benefici che ne deriverebbero.
Gli investimenti delle aziende in sostenibilità digitale hanno registrato una crescita durante la pandemia
La pandemia è servita da catalizzatore per l’apertura ad un futuro più sostenibile, nel quale la transizione green e quella digitale si intersecano fra loro e ricoprono un ruolo fondamentale: il piano di ripresa dell’Europa, il Next Generation EU, si incentra precisamente in questo quadro di transizione verde, digitalizzazione e inclusione e ha destinato 191,5 miliardi all’Italia
Questo ha inevitabilmente portato ad un incremento del +22% e +7% sugli investimenti in sostenibilità ambientale e sociale nel 2020 rispetto al 2019 da parte delle grandi imprese e delle PMI, e del +41% sulle infrastrutture digitali e le tecnologie.
Il report, precisa che “lo sviluppo sostenibile […] sta diventando sempre più al centro dell’agenda delle imprese come uno strumento per assicurare redditività nel lungo periodo”. Considerando il drastico cambio di esigenze ed aspettative dei consumatori, per i quali la sostenibilità sta sempre più diventando un elemento centrale e prioritario, è diventato quindi fondamentale un adeguamento a questi nuovi canoni aziendali.
Sempre citando il rapporto, oltre il 60% dei consumatori considerano i valori aziendali un elemento decisivo nella scelta del brand: per questo motivo per chi fa business, la sostenibilità è diventata un necessario fattore di competitività da dosare e far sapere ai propri clienti. Ecco che investire nella sostenibilità da parte di ogni tipologia di azienda è diventato oramai una priorità, specialmente nel periodo pandemico.
Meno CO2 nell’ambiente, il digitale serve tanto quanto le energie rinnovabili
Investimenti in sostenibilità e digitale, per le aziende, hanno comportato molteplici vantaggi: innanzitutto, guardando al lato economico, la ricerca mostra che le aziende più all’avanguardia digitale siano maggiormente produttive sul lavoro, con un +64% di produttività per le aziende a livello italiano e un +49% a livello europeo. La crisi pandemica in questo senso ha imposto un cambio di regimi lavorativi e ha rappresentato un’occasione per accelerare il processo di transizione digitale.
Per quanto riguarda invece il lato della sostenibilità ambientale, si può osservare, ad esempio, il risparmio energetico dato dal tipo di tecnologia di storage e l’analisi dei dati usata dalle aziende: “I Data Center ‘Cloud’, risultanto infatti più efficienti e sostenibili rispetto a quelli decentrati, e questo potrebbe comportare un risparmio fino al 70% dei consumi energetici”. Pensate che, se tutte le aziende italiane adottassero il Cloud, si avrebbe un risparmio annuo di 884mila tonnellate di CO2 solo per i consumi elettrici dei server. Ecco quindi spiegato il contributo che il digitale offre nell’ottica della decarbonizzazione, secondo un modello innovativo è infatti considerato pari a quello delle energie rinnovabili al 2030: viene infatti stimato che, entro quell’anno, il digitale abbatterà fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2019, ossia 37 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Da un sondaggio di The European House – Ambrosetti, che ha coinvolto 212 aziende eterogenee, è emerso che la maggior parte di esse (86%) ha dichiarato di aver implementato o di avere in programma misure per la sostenibilità ambientale abilitate dal digitale; una percentuale nettamente significativa.
È inevitabile che per le piccole imprese questa transizione sarà più complessa principalmente per questioni finanziarie. È però emerso che molti proprietari di piccole e medie imprese non fossero nemmeno a conoscenza delle potenzialità del digitale, ecco che occorre compiere percorsi formativi e conoscitivi del settore, come spiega Andrea Soldo, Consultant for Innovation in The European House – Ambrosetti. Ma non solo: “Facilitando l’accesso alle tecnologie, sia per quanto riguarda gli investimenti necessari, sia per trovare i partner tecnologici e le competenze (risorse umane interne ed esterne). Questo richiede la creazione di network di imprese […] che possa ‘trainare’ gli altri su determinati standard”.
Infine, il digitale ha sbloccato nuove modalità di lavoro, che hanno avuto un’accelerazione enorme a partire dal periodo della pandemia, fornendo un grande contributo nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale, la riduzione degli spostamenti è uno degli aspetti. La possibilità di lavorare da remoto rappresenta infatti, per il 64% delle aziende, il più importante contributo dato dal digitale alla dimensione sociale delle sostenibilità, in termini di maggiore autonomia, migliore gestione del proprio tempo e degli spazi di lavoro.