Abbiamo intervistato il Content Manager di Treedom e sì, grazie a lui, abbiamo la riprova che anche tramite internet possiamo davvero aiutare l’ambiente in cui viviamo.
Avete mai sentito parlare di Treedom? Io fino a poco tempo fa non ne conoscevo l’esistenza. In cerca di un regalo che non fossero i soliti calzini, mi sono imbattuto per caso nel sito Treedom.net, che si presenta così: la prima piattaforma web al mondo per piantare un albero a distanza e seguire la sua storia online. I nostri alberi fanno bene all’ambiente e ai contadini che coinvolgiamo in tutto il modo
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Qui non stiamo parlando solo di un regalo originale, ma di un progetto immenso, di un’iniziativa incredibile. Per questo motivo ho deciso di raccontarvi di questa idea ed è stato ancora più bello quando dopo un contatto via mail ho avuto la possibilità di intervistare Tommaso Ciuffoletti, il content manager di Treedom che mi ha parlato dell’azienda e delle sue imprese.
Questo link www.treedom.net/it/projects mostra chiaramente lo sviluppo dei progetti e i numeri di Treedom che ad oggi conta oltre 2 milioni di alberi piantati.
Tommaso mi spiega subito che non si tratta di un lavoro semplice da immaginare ed infatti è difficile spiegare in maniera chiara di cosa si occupano.
Sicuramente ci tiene a sottolineare che non si occupano in maniera stretta di riforestazione almeno la dove si va nel dettaglio, perchè poi se prendiamo un contesto in cui la parola può essere declinata in maniera piuttosto labile può anche andar bene, ma più nel dettaglio, riforestare significa andare a ricostruire ambienti forestali laddove sono stati tagliati o sono venuti meno per altre ragioni.
Continua poi dicendo che Afforestazione è dove si aggiunge superficie forestale ad una già esistente; quello che facciamo noi invece è realizzare progetti agro-forestali, come dice già la parola stessa siamo in un ambito più affine all’agricoltura. In altre parole, i nostri progetti prevedono, almeno nella gran parte dei casi, di piantare alberi all’interno di terreni agricoli, ovvero appezzamenti di terra destinati all’impiego per fini agricoli di piccoli agricoltori. Non stiamo parlando di monocolture intensive su ettari ed ettari di terra ma bensì di piccoli appezzamenti di proprietà di piccoli contadini ai quali noi suggeriamo, ovviamente su base volontaria, di arricchire nella propria terra le coltivazione con la presenza di alberi pensati per avere un senso in quel contesto ambientale […]
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Direi che ora è tutto abbastanza chiaro, aiutiamo l’ambiente, sosteniamo un contadino, rendiamo il mondo più verde.
Tommaso durante l’intervista ci spiega che l’idea è assolutamente vincente perchè nonostante gli alberi abbiano lo svantaggio di fruttificare a distanza di anni, d’altro canto hanno il grande vantaggio di avere una regolarità produttiva e un costo di manutenzione bassissimo: l’unica fatica è raccogliere i frutti
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I progetti sono affiancati dalle ONG locali che collaborano con Treedom per la realizzazione dei lavori. Ma dietro a questo brand fiorentino c’è molto di più: solitamente un responsabile forestale Treedom, all’avvio di ogni progetto, parte per la nuova destinazione, con lo scopo di far conoscere l’azienda, spiegare come lavorano, cosa richiedono ai contadini e cosa danno loro, ma anche, e soprattutto valutare le specie di alberi più opportune per la zona in questione.
Con una spesa minima è possibile acquistare un albero, farlo piantare ad un contadino in paesi tropicali che poi potrà venderne o utilizzarne i frutti che nasceranno.
Potreste pensare di ricevere periodicamente dei frutti del proprio albero, ma non è così, qui non si parla di “do ut des”, o meglio sì, dare ma per un bene comune, rendere il mondo migliore e non guadagnarne frutti, fiori o qualsiasi altra cosa.
I contadini, come sottolinea Tommaso, hanno un contratto e sono tenuti a mantenere gli alberi per almeno 10 anni; ma la reale scommessa di Treedom è che quegli alberi, così utili, possano durare ben oltre i 10 anni del contratto continuando a dare frutti e benefici se io pianto un albero che ti è utile confido che tu sarai il primo ad averne cura e a volerlo mantenere nel tempo
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Ovviamente tutti i progetti vengono supervisionati e vengono fatti periodicamente check generali per controllare l’andamento degli stessi, lo stato delle piante e il loro mantenimento.
Ed ecco che scorrendo l’intervista si arriva al punto saliente che rende questo progetto ancor più intrigante: tutti gli alberi vengono fotografati e georeferenziati individualmente, ed è possibile seguire nel tempo la storia del progetto che contribuiranno a realizzare.
Ma tutto questo vi ricorda niente? Avete mai giocato a Farmville?
È proprio su questo principio che si fonda il gioco, ed è giocando a Farmville che Federico Garcea, appunto fondatore e CEO di Treedom si è basato per la creazione di un progetto così incredibile.
L’idea che ci fosse gente che pagava per piantare alberi finti era abbastanza grottesca, però ti dava l’idea che c’era la possibilità, se creavi una piattaforma altrettanto coinvolgente di far piantare alberi veri. Questa è stata l’idea di fondo, l’idea del passare da un gioco, che però funzionava nella sua funzione di intrattenimento, a mantenere questo intrattenimento ma abbinandolo alla piantumazione di alberi veri
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È facile guardare un sito, immaginare chi ci lavori, cosa faccia e quale sia il mood, ma nella realtà dei fatti, Tommaso ci ha permesso di entrare dentro Treedom, raccontandoci anedotti e storie delle 60 persone che ci lavorano: la cosa piacevolmente sorprendente è che anche la sede, una villa alle porte di Firenze, e i suoi dipendenti si rivedono in uno stile quasi totalmente green.
Ci viene mostrata una checklist di buone pratiche per l’ufficio, come ad esempio quelle di tenere le finestre aperte e non usare l’aria condizionata. Ovviamente si tratta di un mood green, un’azienda 2.0 che applica ciò che sosteniente anche nella realtà.
Sicuramente si tratta di un progetto onesto, vincente e innovativo che premia la sostenibilità ambientale e che soprattutto è in continua espansione con nuovi progetti sempre più green.