Nell’ultimo periodo, soprattutto in seguito alla notizia dei catastrofici incendi in Amazzonia, si sente sempre più spesso parlare di Ecosia, un motore di ricerca, come Google, Bing e Yahoo per intendersi, ma che nasce in chiave ecofriendly. Il suo scopo principale infatti è quello di aiutare la riforestazione delle aree più a rischio del pianeta, come l’Amazzonia, per esempio; ma di preciso, di cosa si tratta? Ecosia non distribuisce dividendi, ma investe l’80 per cento dei suoi profitti – che corrispondono a poco meno di metà delle entrate totali (precisamente il 47 per cento) – nella piantumazione di alberi in diverse aree del mondo, soprattutto quelle più colpite dai cambiamenti climatici.
Come gli altri motori di ricerca anche Ecosia ricava soldi grazie agli annunci pubblicitari che compaiono ogni volta che effettuiamo una ricerca; quindi quante più ricerche vengono fatte tanto più gli inserzionisti pubblicitari devono pagare per vedere pubblicati i loro annunci. A ciò si aggiunge anche la tecnologia pay-per-click: l’inserzionista paga il motore di ricerca quando un utente clicca effettivamente sul suo annuncio. L’esempio più chiaro sono gli annunci sponsorizzati che compaiono tra i primi risultati ogni volta che effettuiamo una ricerca.
Dal punto di vista della Privacy, il “nuovo” (in realtà è nato nel 2009) motore di ricerca è decisamente rigoroso: non utilizza strumenti di tracciamento di terze parti come Google Analytics, rende anonime tutte le ricerche entro una settimana, non crea profili degli utenti in base ai loro click e soprattutto non vende dati a società pubblicitarie. Come spiega Génica Schäfgen, responsabile di Ecosia per la Germania “Abbiamo rafforzato la nostra privacy policy proprio nel 2018. È stato un modo per ribadire che quello che vogliamo non è guadagnare denaro usando i dati degli utenti, ma offrire loro un buon servizio di ricerca e piantare, proprio grazie a loro, milioni di alberi in giro per il mondo”.
Ecosia, nel massimo della trasparenza, pubblica mensilmente un rapporto con i guadagni derivati, ma non solo… per assicurarsi che gli alberi rimangano effettivamente dove sono stati collocati, Ecosia ha incaricato uno Chief tree-planting officer di visitare regolarmente i siti e monitorare le aree coinvolte.
Tutto ciò ha permesso ad Ecosia di ricavare abbastanza denaro per piantare oltre 65 milioni di alberi, almeno fino ad oggi.
Secondo i calcoli della società, per finanziare la messa a dimora di un albero bastano in media 45 ricerche: un numero che molti raggiungono in un solo giorno, o addirittura in poche ore; ed è proprio per questo, che è importante parlarne, per sensibilizzare le persone e far si che ognuno di noi nel proprio piccolo, aiuti a salvare il mondo in cui viviamo.
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